LETTERA APERTA AI MILITARI

LETTERA APERTA AI MILITARI Caro collega,  il 28 settembre u.s., ho partecipato alla manifestazione del Pubblico Impiego indetta dalla CGIL e dalla UIL contro la “revisione della spesa” o, se vuoi, la “spending review”, promossa dal governo Monti. L’ho fatto ieri, lo farò nel futuro e l’ho fatto nel passato, quando stavo ancora in servizio. L’ho fatto perché ho ritenuto, oggi come ieri e come nel futuro, che nessuno può impedirmi di manifestare il dissenso per una condizione che mi riguarda. 
 Sai che stanno tagliando l’organico delle forze armate, sai che stanno decidendo per la tua pensione, sai che stanno chiudendo degli Enti senza che tu sappia dove vai a finire; sai che stanno decidendo per te. E tu? Cosa fai? Stai a guardare? Ti affidi alla rappresentanza militare? Svegliati!! Ieri tu non c’eri, c’ero io per te; c’era il presidente di Assodipro a rappresentarti, c’era un collega, tutt’ora in servizio, a chiedere per te, per lui e per tutti coloro che amano il “diritto”, norme per una tutela effettiva della tua condizione “militare”. Caro collega, la prossima volta non mancare, non aver paura, se manifesti il tuo pensiero senza offendere nessuno, nessuno può farti niente. Forse troverai qualcuno che ti dirà: “lascia perdere, non si può fare”, tu non dargli retta; sei una testa pensante. Una testa pensante sa quello che è lecito e quello che non lo è. Io, scusa se mi cito, sono stato una testa pensante, l’ho fatto; lo faccio dal 1986; da quando ero appena Serg. Maggiore. L’ho fatto insieme a tanti colleghi stanchi di una condizione di subalternità che ti mortificava nel fisico, nel morale, nella condizione economica, nella dignità. Rifletti, quanto vale la tua dignità? 10 centesimi, 1000 €, 30.000 €? Il prezzo di una missione? o ha un valore inestimabile? Quanto vale guardarsi allo specchio e dire: io sono un uomo libero!! Poniti questa domanda e vedrai che la risposta verrà da sola. Guardati intorno, ci sono realtà associative, come quella in cui milito, (ASSODIPRO), che ho contribuito a fondare e che in questi giorni compie vent’anni. Immagina, vent’anni di lotte, di confronti appassionati, tutti tesi a conquistare diritti negati ma previsti dalla Costituzione. Lo so, da solo non vai lontano; organizzati, se le associazioni esistenti non ti soddisfano, per un motivo o per un altro, fondane una tua, a tua immagine. Parla con colleghi e amici, cerca il confronto, troverai, prima o poi, delle affinità con altri, creerai una forza che si confronterà con altre realtà, troverai dei punti d’incontro, ma troverai anche divergenze che ti porteranno a una sintesi.   Non aver paura, io non mi spavento quando mi confronto, non mi spavento quando mi metto in gioco, quando mi metto in discussione; anzi, mi aiuta a crescere, a maturare. Voglio concludere questa lettera aperta citando la massima del Presidente di Assodipro, Emilio Ammiraglia. Egli ha coniato uno slogan: “CONTAGIARSI PER CONTAGIARE”. Ecco, contagia altri colleghi. Non provare a convincerli, falli riflettere, falli ragionare, ci arriveranno da soli e non li perderai più. Invita i “tuoi” rappresentanti di base, intermedi, e centrali a dimettersi attraverso il confronto sui fatti. Fatti dire, con onestà intellettuale, che ruolo hanno con la c.d., autorità corrispondente se non un rapporto epistolare. La rappresentanza delibera il comandante risponde. Il tempo passa e tutto rimane lettera morta. E’ questo che vuoi? E’ questo che ti soddisfa? Ti abbraccio.                                                Vincenzo Moccia

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